GIANNI PARIS GRAFITE E POESIA
a cura di Loredana Müller e Veronica Paris
suoni in sala di Salvatore Sciarrino “introduzione all’oscuro”
presenta l’esposizione Gilberto Isella
Il nome “grafite” deriva dal greco γράφω (grafo) che significa “io scrivo” .
Alle ore 19.00 del 15 novembre al centro culturale di Camorino si inaugura il 4° omaggio al pittore del silenzio, Gianni Paris, scomparso nel 2018 prematuramente. Lo si farà con una pagina speciale dove nove grandi carte a grafite del pittore di Melano verranno affiancate ad altrettanti testi poetici scritti da tre noti poeti tra Svizzera e Italia. E saranno visibili a parete in sala espositiva.
I poeti coinvolti sono Rita Iacomino, Gilberto Isella e Antonio Rossi.
La grafite è un minerale che rappresenta uno degli stati allotropici del carbonio. È un ottimo conduttore elettrico ed è il materiale con la più alta temperatura di fusione. Attraverso la grafitazione si può ottenere la grafite artificiale. È detta anche “mica dei pittori” per il suo aspetto lamellare e per la caratteristica di lasciare tracce su carta.
La tecnica per annerire a tratto e quindi risparmiare ed evidenziare le vibrazioni di luce, sono faccenda che appartiene ad un processo elaborato nel tempo da Gianni Paris.
Io scrivo, potrebbe essere sinonimo di io penso, sono, svolgo e traccio, e forse taccio… una dimensione che abbraccia il nostro pittore, che raramente mette titolo, oppure è senza titolo il titolo, ma spesso indica ore e minuti della sua operazione, quasi diaristica. Spesso non in questo caso avvicina segni non leggibili, ma qui vedremo che i segni divengono così intensi e fitti, che appena sottostante si percepisce il biancore della carta. Ed è proprio in questa centillinata luce a contrasto con le grafiti pìu molli e le carte gentili a raccogliere il minerale, a trattenerlo, a diradarlo e rendere superstite il fatto luminoso.
A farlo essere di-segno, come fossero particolari ingigantiti di opere della storia dell’arte, tra sanguigna e terre d’ombra raggiungessero poi l’incisione di maestri della calcografia. Il lapis la grafite viene adottata solo nell’ottocento…Segni segnati che per tensione e espansione diversemente raggiunte, si sommano come ombre o si risottraggono con gomme o altro ancora, quasi come raggi X senza tempo. Le suggestioni nostre saranno alimentate dai neri lapis, e dalle grandi pagine di Gianni Paris, e certo troveranno suggestioni e viatici nelle parole che i poeti a loro volta addensano e sottraggono, calcono e raccolgono nei loro testi che generano un contro canto, ma anche aurea o enfasi e una profusione di misteri d’ombra e temi.
L’esposizione si svilupperà nelle due sale, dalla grande, alla piccola al primo piano, dove la saletta con libreria-bacheca donerà allo sguardo quattro olii su carta di buon formato a parete, e nove carte assai piccoli nella bacheca. Un diverso respiro con minimo colore, un testimone in saletta; esposte tre carte calcografiche di Loredana Müller, per raccordare profondità e continuità dell’opera di Paris che continuerà a suscitare all’anime nostre.
Si prevedono tre incontri, sempre di lunedì e sempre alle ore 19.00 in saletta al piano terra:
Il 22 novembre sranno ospiti i tre poeti: Rita Iacomino da Roma, Gilberto Isella e Antonio Rossi. Si presenteranno e ci leggeranno le loro poesie, e ci condurranno nel loro processo e raggiungimento del dialogo intrapreso. Avverrà in -saletta incontro- dalle ore 19 svolgeremo proiezioni delle opere e dei testi.
Il 29 novembre si presenta la seconda piccola “serie” di libretti dedicati a Giorgio Orelli, dove i poeti Rita Iacomino e Gilberto Isella, saranno in dialogo con una poesia di Giorgio Orelli. Nascono il librino numero 7 ” Scolopendra ” due poesie e l’ incisione di Loredana Müller che cuce l’insieme. E Mezzogiorno a C. avvicinata all’inedita Ecuba di Iacomino. Presentati saranno anche due testi di Marino Cattaneo che appaiano due poesie di Antonia Pozzi, per affiancare quindi nuovamente Giorgio Orelli nel paesaggio mentale, o della montagna. Titola ” Parole”. E ancora un librino nato per promessa che avvicina due poesie di Giorgio Orelli a due ricette di Paola Ribola.
Ultimo appuntamento il 13 dicembre prima della fine dell’anno sarà la visione del documentario dedicato a Loredana Müller di Werner Weick ” Il colore della mia terra “. La sorpresa oltre la presenza del regista e dell’artista, e di Gianni Paris.